LIBRO 1 - CAPITOLO 1 - LA SPERANZA E L'OMBRA - 28/05/2965 - GRUPPO

NoN GdR

Mi prendo una piccola pausa dai tecnicismi dello scontro per farne una trasposizione descrittiva. Con i prossimi post riprenderemo con lo scontro. Buona lettura!




GdR

Per il piccolo Dudo Duepiedi quella era una situazione che non avrebbe mai immaginato. Eppure era reale come la terra della Contea. Era di fronte a quattro figure grandi e grosse, in una qualche tomba, in un posto molto lontano da casa sua, avvolto dalla più completa oscurità se non fosse stato per i rami gettati a terra da Nur e Orodreth. 
Aveva una paura matta che si potessero spegnere i due tizzoni, ma cercò di scacciare quel pensiero mentre impugnava l'arco. L'attacco ovviamente mancò, perchè la poca concentrazione che ci mise nell'attività non servì a garantire una buona riuscita dell'azione. Quando il ranger si fece avanti il piccolo hobbit si fece scuro in volto e serio nell'atteggiamento. Strinse forte lo scudo e la spada e si lanciò contro il suo avversario. 
Lo scontro per Dudo si può riassumere come una serie di clamorose schivate ed attacchi mancati in maniera più o meno clamorosa, fino a che non successero due eventi di rilievo. Il primo fu un colpo di lancia da parte del ranger che trovò il bersaglio e che si palesò con un taglio sulla camicia dell'hobbit, del sangue rosso che iniziò a fuoriuscire macchiandola tutta ed un urlo di dolore che salì in gola improvviso. Il secondo invece fu il sibilare di una freccia che raggiunse il ranger alla gola, strozzandogli in gola un rantolo e facendolo afflosciare a terra privo di vita.
Dudo si voltò verso Nimrodel, l'autrice di quel colpo da maestra e sua salvatrice, la ringraziò con un gesto e si voltò sfinito.

Nimrodel era particolarmente concentrata. Era ben cosciente che la situazione non era facile e soprattutto, pericolosa. Guardò le quattro figure che erano appena sbucate da dietro l'apertura che scendeva verso il basso. Complice anche la posizione sopraelevata in cui si trovava l'elfa di Lindon prese l'arco tra le mani e con un gesto molto naturale quanto rapido, incoccò una prima freccia e la fece volare sopra le teste dei compagni per andare ad incontrare il braccio sinistro di una delle figure. Sorrise. Proprio quel sorriso le fu fatale.  Tirò altre tre frecce senza incontrare alcun bersaglio. Una freccia si conficcò in un punto non troppo lontano dal ranger preso di mira, ma contava comunque come un tiro non andato a segno. Quando Nimrodel vide cadere il ranger che aveva bersagliato fino a quel momento, cadere per mano di Orodreth, spostò la sua attenzione al ranger ingaggiato con Dudo Duepiedi. Era talmente tanta la voglia di rivalsa che la freccia venne scagliata con pazienza, attenzione, forza e rabbia. Il tiro violento e preciso incontrò la gola del ranger che cadde a terra. Nimrodel strizzò l'occhio a Dudo che la stava ringraziando. Quando 



Le due lance scagliate dai due ranger appena spuntati da dietro l'apertura raggiunsero il nano, che nel frattempo si era piazzato, gambe larghe, su due gradini, scudo e ascia ben saldi nelle mani. Schivata la prima non riuscì a fare altrettanto con la seconda, la quale lo colpì di striscio. L'urlo di battaglia del nano riecheggiò nella tomba e lo scambio di colpi che ne seguì fu particolarmente violento. Nur venne nuovamente ferito da una lancia del ranger che stava fronteggiando, prima di sferrare un terribile colpo con l'ascia che mandò fuori combattimento il suo avversario. Quando questo successe si voltò per osservare la situazione e decise di andare a dare una mano all'hobbit. Non fece in tempo a fare nulla perchè una freccia raggiunse il ranger alla gola e lo fece accasciare al suolo privo di vita con le mani a sostenere la parte del corpo trafitta.

Al comparire dei ranger nella semi oscurità Orodreth fu rapidissimo nel prendere l'arco, incoccare una freccia e scagliarla dritto per dritto nel petto di uno di loro che, non aspettandosi un'azione tanto rapida, non ebbe il tempo di reagire, ma solo quello di cadere a terra privo di sensi. L'azione di Orodreth distolse però la sua attenzione da quello che stavano facendo gli altri avversari, tanto che non si accorse di una lancia scagliata contro di lui che lo colpì in maniera piuttosto dura, causandogli una brutta ferita. Questa ferita sembrò condizionare tutto il resto del combattimento nel quale, fatti pochi passi avanti con la sua spada in alzata per ingaggiare in corpo a corpo il suo avversario, non riuscì a colpirlo nemmeno una volta. Per sua fortuna, però, riuscì ad evitare anche tutti gli attacchi di quest'ultimo; a parte l'ultimo che gli causò una seconda ferita. Questa volta, il secondo colpo incassato, invece di andare a creare scompiglio, come nel primo caso, sembrò riportare Orodreth a quel livello di attenzione e serietà che lo contraddistinguevano. Si concentrò e centrò il suo avversario con un colpo a dir poco mirabolante che lo mise definitivamente fuori combattimento.


Fu proprio quando quest'ultimo avversario cadde a terra che dalla camera sottostante, nel piccolo passaggio, il medesimo da cui erano usciti i ranger, per fortuna ancora parzialmente illuminato dai rami infuocati gettati a terra, una nuova figura si fece avanti. Si dice che molti di coloro che morirono nelle guerre contro Angmar caddero vittime dell’Ombra Nera, la terribile malattia diffusa dai Nazgûl. Molti altri, tuttavia, non perirono e furono lentamente consumati da essa. Queste creature un tempo erano esseri viventi, ma furono divorati dalla stregoneria o da un altro potere malvagio. Ora sono non morti ed esistono sia nel mondo dei vivi sia in quello degli spiriti. Questi esseri possiedono una forma fisica, sebbene parzialmente sfocata.

La figura aveva l’aspetto di un viandante deforme avvolto in un mantello che ne neascondeva l'apparenza spettrale, che però veniva emanata in maniera potente. La carne era quasi trasparente e gli occhi sembravano brillare come tizzoni ardenti. In quella semi oscurità lo si sarebbe potuto scambiare facilmente per un uomo, ma la figura evanescente non poteva lasciare ombra di dubbi. Portava in mano, tesa lungo il fianco una vecchia spada che aveva tutta l'aria di essere una reliquia di un’epoca di conflitto. Lo spettro era fermo, in attesa.


NoN GdR

Questa volta vorrei provare, essendo il combattimento un poco più semplice (spero che sarà così visto che c'è un solo avversario), vorrei usare questo avversario per bene, facendo uso dei tratti distintivi e delle capacità funeste. Vediamo come andrà nei prossimi post!







Ed ora non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento...
...al prossimo incontro!

 

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