LIBRO 1 - CAPITOLO 1 - LA SPERANZA E L'OMBRA - 28/05/2965 - DUDO DUEPIEDI

GdR

Erano entrati da pochi istanti nel buio più completo della galleria quando Dudo si rese conto del ritorno della luce grazie alle due torce improvvisate che Nur ed Orodreth tenevano in mano. A dir la verità lo hobbit non si era accorto della loro assenza, aveva sentito i compagni fermarsi ed aveva fatto la medesima cosa, d'istinto; poi era rimasto a contemplare la completa oscurità che aveva d'innanzi a sé. Ne rimase completamente rapito, proprio come quella volta quando era ancora un piccolo hobbit e si andò ad infilare nella tana di volpe in una collina non troppo lontana da casa. Gli vennero ancora in mente l'oscurità, l'odore di terra che permeava l'aria, i rumori ovattati e poi quel respiro soffocato e quel ringhio che lo fecero scappare via di corsa. Non fosse stato per l'arrivo dei due compagni con le torce derivate da due rami di legno, Dudo si sarebbe girato per uscire di corsa.

Quando i compagni si mossero s'incamminò anche lui, ma diverse volte si voltò indietro per soffermarsi a guardare l'ingresso della grotta che diventava sempre più piccolo. Era consapevole che l'avventura nella vita reale era ben più pericolosa e difficile rispetto a quella raccontata comodamente intorno ad un fuoco caldo in compagnia di una bella pinta di birra, ma era altrettanto consapevole che solo attraverso l'avventura avrebbe potuto raggiungere il suo grande sogno: la mappa più dettagliata del mondo intero.

Era assorto in questi pensieri quando Orodreth li fermò e si avvicinò ad una parete per osservare alcuni simboli davvero strani. Quando il compagno sentenziò che si trovavano all'interno di una tomba Dudo fece un passo istintivo indietro. Senza pensarci portò subito la mano all'elsa della spada e la sfilò per un buon palmo, giusto per assicurarsi che fosse pronta all'uso.

Se da un lato voleva fermarsi ed approfondire quelle immagini o quantomeno realizzarne anche solo uno schizzo, dall'altra non aveva la benché minima intenzione di rimanere indietro, da solo, in una tomba; pertanto cercò di fissare nella sua mente quei segni e s'incamminò insieme agli altri.

Fecero ancora qualche decina di metri e poi svoltarono per arrivare nella parte sommitale di una scalinata. Dudo stava cercando di capire il tipo di architettura con cui era stata costruita quella struttura quando quattro ombre saltarono fuori e fu subito un parapiglia.


Tizzoni infuocati vennero lanciati sulle scale, voci diedero ordini ed armi vennero sguainate. Tutto si stava svolgendo troppo velocemente per il piccolo Hobbit. La sua mente, di solito affilata e perspicace, non era allenata per la battaglia. Non sapendo che cosa fare guardò i compagni ed in particolare Nimrodel. La vide fare due passi indietro e sollevare l'arco. Si spostò allora di lato e prese l'arco in mano mentre con la cosa dell'occhio controllò la spada nel fodero.


NoN GdR

Dudo userà l'arco per le prime raffiche di apertura e poi, non potendo mantenere una posizione Arretrata (un Eroe può assumere la posizione arretrata solo se il numero totale di nemici non supera il doppio di quello degli avventurieri. Inoltre, per ogni avventuriero in posizione arretrata devono essercene due impegnati in combattimento ravvicinato). Dudo allora assumerà una posizione Aperta ed andrà al fianco ad Orodreth che lo precede.




Ed ora non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento...
...al prossimo incontro!

 

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