LIBRO 1 - CAPITOLO 1 - LA SPERANZA E L'OMBRA - 28/05/2965 - NUR

GdR

Nur non aveva perso troppo tempo. Sentita l'opinione di tutti quanti si era voltato indietro e si stava dirigendo con fare ostinato verso l'uscita del pianoro nascosto che avevano scoperto arrivando fin lì. Direzione? Il loro campo base là da basso, dove la piccola Baldomera, la sua asinella, compagna di tanti viaggi ed avventure, era rimasta. Stava pensando a lei ed al pony dell'hobbit, quella bestia dal nome così strano e se le stava immaginando sole ed accerchiate da un branco di lupi. Una volta giunto al limitare del pianoro, stava facendo questo genere di pensieri quando si voltò per essere sicuro che i compagni lo stessero seguendo.

Proprio in quel preciso istante sentì la voce di Dudo Duepiedi, l'hobbit con il vezzo del disegno, che stava indicando qualcosa che dalla sua posizione non riusciva a vedere. Indispettito dal vedere che il resto della combriccola si stava recando verso il piccoletto, e ritenendo la cosa una perdita di tempo, si approcciò anche lui al punto intorno al quale si erano radunati i suoi compagni d'avventura.

-Sicuro che ha visto una foglia che gli ricorderà una pietra preziosa, o una corona, ecco sì, una corona ed allora vorrà farcela vedere e magari raccoglierla per portarla a casa e chiuderla tra le pagine di un suo antico libro di famiglia per aumentare così la sua collezione di foglie morte.-

Questo era il genere di pensieri che frullavano nella testa del giovane nano nel suo percorso diretto e militaresco verso il punto della scoperta. Quando arrivò chiese ai compagni di farlo passare, stavano infatti davanti ad un piccolo anfratto della roccia, una fenditura che arrivando sul pianoro non era visibile. Diventava visibile solo al momento dell'uscita dallo stesso e solo ad una certa ora, quando il sole, al tramonto, illuminava proprio quella particolare zona. Ed eccola li, una testa di una qualche statua rotolata con precisione millimetrica in quel punto del fianco della montagna. Già di per sè la cosa aveva dell'incredibile, ma il tutto lo era ancora di più, se si osservava il sole illuminare la corona di fiori bianchi e gialli che contornavano la regale fronte della statua. 

Quell'immagine così incredibilmente regale fece subito venire in mente al giovane nano la fierezza del suo popolo, al momento così lontano. In qualche modo quel volto coronato aveva qualcosa di profondamente regale, qualcosa di nobile, qualcosa di forte e di vigoroso. Stillava fierezza e forza, coraggio e fermezza. Per un attimo gli venne in mente il nome del suo re, Dhain, colui che era conosciuto come il re sotto la montagna. Sentì un calore salirgli d'improvviso sulle guance, sentì una vampata di caldo in tutto il corpo. Spalancò gli occhi, ma non ebbe la forza di dire nulla. L'aria si riempì d'improvviso di un soave profumo fragrante.

Nur si voltò verso i compagni che in quel momento erano alle sue spalle ed in qualche modo riconobbe nei loro occhi lo stesso ardore. Sorrise, senza dire una parola. Annuì quando qualcuno disse "Entriamo?". Avanzò per primo: fiero e determinato!


Dopo essersi reso conto della completa oscurità che regnava all'interno, fece due passi indietro e si attrezzò, con un paio di lunghi rami strappati a due alberi nei pressi, per realizzare due torce che usarono per illuminare il cammino.

La prima parte della caverna era irregolare e scavata in maniera grezza, mentre da una certa curva in avanti la costruzione si fece più regolare, con pareti e pavimentazione lastricati con pietre dalla forma ben squadrata. Le fiamme delle torce danzavano al minimo spostamento. Dopo un'ultima svolta piuttosto brusca, davanti a loro si presentò una sorta di passaggio al fondo di scalini abbastanza lunghi che degradavano verso il basso.   

Con la poca luce che filtrava attraverso il passaggio oltre la scalinata, videro altri gradini che scendevano verso il basso ed al fondo di questi una sagoma che aveva tutta l'aria di essere quella di un uomo. Sembrava avvolta in un mantello, ma con la poca luce era difficile dirlo con precisione. Nur stava per comunicare agli altri cosa aveva intravisto attraverso l'apertura quando il rumore di passi lo fece voltare verso le scale. Quattro ombre erano appena saltate fuori dal passaggio in basso ed ora erano ai lati di questa. Due di queste figure sembravano tenere in mano delle asce mentre altre due avevano degli archi con freccia incoccata. Non dissero una parola. In effetti non serviva, le loro intenzioni erano abbastanza chiare.

"Per la barba di Durin!"


NoN GdR

Nur getterà a terra in un angolo il lungo ramo che usava come torcia, in modo da avere le mani libere, ma da far sì che continuasse ad illuminare le scale.
Non avendo armi da lancio, non parteciperà alle Raffiche di apertura, ma si lancerà di conseguenza nel Combattimento ravvicinato mantenendo una Posizione offensiva che comporterà:
  • I suoi tiri di attacco ottengono (1d). Tutti i tiri di combattimento ravvicinato diretti all’Eroe ottengono (1d).
  • Azione in combattimento: Intimidire il Nemico.

Ed ora non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento...
...al prossimo incontro!

 

Commenti

Post popolari in questo blog

LIBRO 1 - CAPITOLO 1 - LA SPERANZA E L'OMBRA - 28/05/2965 - MAESTRO DEL SAPERE

LIBRO 1 - CAPITOLO 1 - LA SPERANZA E L'OMBRA - 28/05/2965 - MAESTRO DEL SAPERE