LIBRO 1 - CAPITOLO 1 - LA SPERANZA E L'OMBRA - 11/05/2965 - DUDO

Seguì il locandiere che gli stava facendo strada. Sorrideva a destra ed a manca, fermandosi di tanto in tanto lungo il tragitto, perchè qualche foglio era caduto a terra. Nel qual caso s'inginocchiava, e tipicamente capitava che, per raccogliere il foglio caduto, nel perdesse altri tre a terra. Prima che tutti i fogli tornassero in mano erano trascorsi diversi istanti, ed il pur breve tragitto tra la sala principale e la sala appartata dove erano diretti, iniziò a diventare insopportabilmente lungo.

Dudo sorrise a Barnaba Farfaraccio che lo stava attendendo davanti ad una grossa tenda di colore rosso. Quando la tenda venne sollevata, questa rivelò un'apertura che conduceva in una stanza appartata laddove erano seduti un ragazzo, un'elfa ed un nano. La più strana combriccola che avesse mai visto. Come suo solito entrò sorridendo e solo dopo aver osservato bene da vicino tutti e tre gli occupanti la stanza si rese conto di avere ancora in mano tutte le sue mappe ed i suoi disegni.

Un poco rosso per l'imbarazzo si tolse immediatamente lo zaino dalle spalle, lo posò con cura a terra, poi mentre disse un semplice "Scusate solo un momento... arrivo... subito"; posò a terra tutte i fogli che aveva in mano. Con cura maniacale li rimise in ordine, uno per uno, per poi, dopo aver terminato, riporre il tutto in un'apposita tasca interna dello zaino, sufficientemente capiente.

Quando tornò ad osservare gli altri tre ospiti, che ancora lo stavano fissando, colse il sorriso dell'elfa. Nuovamente rosso per l'imbarazzo, sorridendo esordì presentandosi.

"Il mio nome è Dudo Duepiedi, scusate il trambusto!".

Sorrise al nano che aveva parlato della diminuzione dell'altezza del gruppo. Sorrise senza però aver capito se la frase fosse un complimento o meno. Andò a sedersi vicino all'elfa. 

"Grazie mia signora..."

Per fortuna arrivò la cena. Il trambusto creato dai camerieri fu d'aiuto al giovane hobbit per uscire dall'imbarazzo. La continua bocca piena ed il successivo lavoro di mandibole lo aiutarono a non parlare, di conseguenza lo aiutarono a non dire strafalcioni. Si sentiva in qualche modo fuori posto in quella strana compagnia. Ma come molti sanno, la curiosità hobbit, quando è presente in uno di essi, può essere tenuta sotto controllo fino ad un certo punto; poi deve esplodere, deve venire fuori.

"Ma cusciate..." disse ancora con la bocca piena.
"Ma pechè sciamo qui?". Deglutì. Bevve un sorso di vino e trasse dalla tasca un biglietto.
"Io ho ricevuto questo... non è che per caso anche voi..."

La tenda venne sollevata all'improvviso e Dudo si zittì.

Quella donna era davvero molto bella, eppure aveva un velo di tristezza negli occhi, una stanchezza particolare. Dudo ascoltò le sue parole con molta curiosità, perchè in parte o del tutto, rispondevano a quella domanda che aveva posto pochi istanti prima. Mentre la donna parlava l'immaginazione di Dudo iniziò a creare, nella sua mente, immagini eroiche, mappe meravigliose, disegni di paesaggi mozzafiato. C'era però una parte in cui si parlava di pericolo, di un nemico, il che ridimensionò i sogni ad occhi aperti del piccolo hobbit.

Ascoltò le parole degli altri tre compagni. Si vedeva che era gente abituata alla vita all'aperto. Si vedeva che era gente che ci sapeva fare. Lui si sentiva davvero un pesce fuor d'acqua.

Quando Nur, il nano, ebbe terminato di parlare, Dudo sapeva che sarebbe toccato a lui dare una risposta alla richiesta esplicita della loro ospite.



"Dama Gilraen, mia signora, voi siete sicura di aver sognato un giovane hobbit come me, insieme a loro? Non mi fraintendete, non voglio mettere in dubbio la vostra capacità di giudizio..." disse imbarazzato gesticolando con le mani.

"... posso capire perchè abbiate sognato loro." disse volgendo lo sguardo verso Orodreth, Nimrodel e Nur, "Ma non capisco perchè io..."

"Io so disegnare, amo le mappe, amo viaggiare... anche se non posso di aver mai viaggiato molto e non penso che le passeggiate per la Contea o lungo la via fino a qui, si possano considerare viaggi veri e propri... ecco... sì, insomma, cosa stavo dicendo?". Sorrise perchè aveva completamente perso il filo del discorso.

"Insomma... quella cosa del Nemico mi spaventa un pò... tanto... "

"... ma per la prima volta in vita mia, voglio fare quello amo, e se nel girovagare con loro, mi sarà permesso di vedere il mondo, e se nel farlo aiuteremo il bene a prevalere nel mondo, allora voglio fare la mia parte, per quanto piccola questa possa essere."

Dudo si sorprese di quelle sue ultime parole. Gli erano venute fuori quasi di getto. Sorrise. Bevve. Sorrise di nuovo. Alzò lo sguardo verso Gilraen. Lo abbassò. Guardo in direzione di Orodreth, Nimrodel e Nur e poi nuovamente posò lo sguardo al legno del tavolo, di cui, ormai, conosceva ogni singola venatura.




Ed ora non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento...
...al prossimo incontro!


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