LIBRO 1 - CAPITOLO 1 - LA SPERANZA E L'OMBRA - 11/05/2965 - ORODRETH

GDR

Quando il giovane entrò nella saletta appartata, dopo l'oste, vide, seduta al tavolo, una bellissima elfa. Rimase sbigottito. Non si aspettava di trovare un'elfa in una locanda a Brea. Era a dir poco stranito. Barnaba Farfaraccio lo tolse dall'imbarazzo comunicando che a breve sarebbe stato servito il pranzo. 
Tenendo gli occhi sull'elfa Orodreth rispose a Barnaba, ringraziandolo e dicendo che per il pranzo andava bene qualsiasi cosa.
Orodreth si rese conto della sua maleducazione. Fece un cenno all'elfa presentandosi e sedendosi al tavolo con un sorriso.

"Perdona la mia aria sorpresa, non mi aspettavo di trovare un'elfa qui a Brea. Ti chiedo scusa per la mia maleducazione. Il mio nome è Orodreth e vengo dal nord."

Rimase in silenzio e dopo un breve istante la tenda fu scostata nuovamente ed un buon pranzo fu servito in tavola: uno spezzatino con patate ed erbe di stagione che sprigionavano un profumo che sapeva di orto. Vennero posate sul tavolo una caraffa di birra ed una bottiglia di un vino di color vermiglio. Il pranzo venne consumato in silenzio. Di tanto in tanto il ranger sollevava la testa per guardare di sottecchi l'elfa che aveva di fronte.

Finirono di mangiare e prontamente due giovani garzoni della locanda arrivarono per sparecchiare e pulire il tavolo. Lasciarono solo i bicchieri ed il bere.

Orodreth azzardò ancora una domanda rivolta all'elfa.

"Posso chiederti cosa ti porta qui in questa locanda?" mentre parlava mise la mano in una tasca del vestito e tirandone fuori un biglietto ben piegato, iniziò a giocherellarci per poi posarlo sul tavolo. 

Fu in quel momento che la tenda venne scostata ancora una volta ed un nano, con un grande mucchio di roba indosso, si affacciò facendo capolino con la testa, seguito ancora una volta da Barnaba.

Il nano lo guardò e lui ricambiò lo sguardo facendo un cenno con la testa. Si spostò un poco per fare spazio al nuovo arrivato.

"Sono Orodreth e vengo dal nord" disse con tono serio.

"Sta iniziando a formarsi un'interessante compagnia, non trovate?" disse rivolto ai due altri occupanti la stanza.

Il tempo passò e le parole che si scambiarono con l'elfa ed il nano non furono troppe, ma nemmeno troppo poche. Si era fatta quasi l'ora di cena quando la tenda venne scostata per l'ennesima volta. Comparve un hobbit con un gran bel mucchio di cartacce in mano, impilate in malo modo. A guardare bene alcuni fogli erano scritti ed altri disegnati. Orodreth distinse disegni di paesaggi, mappe annotate e fogli con sole notazioni. L'hobbit aveva l'aria simpatica, anche se il ranger proprio non si sarebbe aspettato l'arrivo di uno così in quella che sempre più stava assumendo i connotati di una riunione segreta o di qualcosa di simile. In ogni caso Orodreth si presentò anche a lui con fare cordiale.

Mangiarono una buona cena per quelli che erano i suoi standard da ranger. 

Poco dopo che la tavola fu sparecchiata arrivò colei che li aveva convocati. La riconobbe subito come la madre del loro Capitano, come la regina madre del loro popolo. I suoi sospetti furono finalmente confermati. Fece per alzarsi di scatto, ma le parole che la donna stava pronunciando invitavano alla calma e così fece. Obbedì. Cercò di calmarsi e di ascoltare quanto veniva detto, in quanto, il tutto, stava assumendo l'aria di qualcosa di davvero importante.

Orodreth non si perse una parola.

"Mia signora e regina, senza indugio e profondamente onorato, rispondo alla vostra chiamata. Se con la mia vita o la mia morte potrò essere utile a combattere l'Ombra, io lo farò! Avete la mia spada!".

Orodreth parlò appena la donna terminò il suo discorso. Era serio. Deciso. Fermo nella sua decisione. Il cuore colmo di orgoglio per quanto gli veniva proposto. L'animo pronto. La paura della morte non era una cosa che lo toccava spesso, non che ogni tanto non ci pensasse, ma ora, se proprio un'ombra di paura lo aveva sfiorato, era relativa al fallimento.

Dopo alcuni istanti quegli ultimi pensieri si allontanarono. Sorrise e volse il suo sguardo da Gilraen a coloro che sarebbero potuti diventare i suoi futuri compagni di avventura. La Compagnia della Speranza era un nome che gli piaceva e gli ispirava grandi pensieri, grandi imprese.



Ed ora non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento...
...al prossimo incontro!
LoShAmAnO


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