INTRODUZIONE - 11/05/2965 - MAESTRO DEL SAPERE

Silenziosi come la notte. Non c'era altro da dire. Non si udì nemmeno il frusciare delle vesti. Nemmeno gli hobbit sapevano esserlo così come gli elfi alti. Erano in quattro ad accompagnare la figura incappucciata e nessuno di loro produceva alcun rumore. Il sole era calato da diverso tempo e l'ora della cena era appena passata. La donna fece un cenno ai due elfi alti che erano con lei. I due si avvolsero nei loro mantelli, si accostarono ai tronchi di due grandi alberi e sparirono. Anche avendo assistito alla scena, il tempo di un battito di ciglia, e si sarebbero persi di vista. La donna proseguì il sentiero per giungere da est alla grande siepe di Brea. La guardia che aprì la porta dapprima, nell'oscurità, non la riconobbe. Poi al saluto della donna strabuzzò gli occhi, arrossì non visto, e senza fare domande, indugiando in un inchino un poco troppo servizievole, non le fece domande, ma la lasciò passare indisturbata. Aveva evidentemente riconosciuto la signora che aveva avuto di fronte fino a pochi istanti prima.

-Pensavo che l'arrivo dell'elfa di questa mattina, notizia che ha fatto il giro di tutta la città fosse già una gran cosa, ma ora anche lei... qui qualcosa bolle in pentola - pensò tra sé e sé, anche se non lo avrebbe detto a nessuno. Il giuramento a cui era vincolato era più sacro della vita stessa.

La figura incappucciata, la donna, non percorse la via principale che da est portava alla piazza principale, ma subito dopo la porta nella siepe, voltò a destra, dietro la prima casa, per poi avanzare non vista fino al retro della locanda del Cavallino Rampante.
Nel cortile non c'era il giovane stalliere nonostante diversi animali fossero legati sotto la tettoia, ma c'era Barnaba Farfaraccio, il proprietario. Era appoggiato ad una delle travi di sostegno con indosso il grembiule, che a quell'ora della sera presentava i segni della cena. Fumava una pipa e la cosa aveva tutta l'aria di rilassarlo molto. Quasi sobbalzò nel vederla arrivare, ma cercò subito di riprendere il controllo.

"Signora... i vostri ospiti sono arrivati e come avete richiesto sono stati trattati con la massima cura, hanno appena finito di mangiare nella saletta appartata. Se mi permettete vi faccio strada..."

"Mio caro Barnaba, sarete ben ricompensato come sempre per i vostri favori..." disse da sotto il cappuccio con voce sicura e diretta la donna.

Quando fece il suo ingresso passando dall'ingresso secondario sul retro la donna continuò a tenere il mantello sulle spalle ed il cappuccio ben calato sulla testa. 

Barnaba spostò delicatamente la tenda che separava la saletta in cui erano appena stati portati via i piatti della cena ed erano stati portati un grossa caraffa di birra, della sua Migliore, e due bottiglie di buon vino proveniente dalla Contea, erano due bottiglie di Vecchivigneti.

Non disse nulla e lasciò entrare la figura incappucciata, che togliendosi il mantello, lo porse all'oste. Quest'ultimo fece un cenno con il capo e senza dire una parola chiuse la tenda e si congedò.  

La prima impressione che tutti ebbero fu di avere di fronte una donna di nobile lignaggio. Difficile darle un'età, sembra avere trentacinque anni, quaranta al massimo. Si tratta di una donna alta e slanciata, con il portamento segnato dal dolore, ma che rifiutava di piegarsi sotto il peso delle sue disgrazie. Capelli neri e sguardo intenso. Vestita di abiti a prima vista semplici, di colore verde e marrone, come il manto che aveva lasciato a Barnaba Farfaraccio. Guardando meglio, però, si potevano intravedere piccoli ricami che componevano disegni floreali o forse si trattava di un albero bianco, difficile a dirsi vista la finezza del lavoro tessile che era stato eseguito. La donna salutò tutti quanti con un sorriso e disse loro "Benvenuti e grazie per aver risposto alla mia chiamata! E scusate per tutto questo mistero, ma tra poco capirete il perché fosse necessario".

Si sedette con fare regale e prendendo a seconda di cosa gradissero i suoi ospiti, o la bottiglia di vino o la caraffa di birra riempì i bicchieri di tutti quanti.

"Il mio nome è Gilraen, figlia di Dìrhael, so che Orodreth sa chi sono..." fece una pausa posando lo sguardo sorridendo sul ranger che sembrava impaziente e desideroso di saltare sulla sedia. "Sono la madre di colui che ho chiamato Speranza. Estel. Colui che ridarà unità al nostro popolo, i Dunenadain ed alla Terra di Mezzo tutta.". Fece un profondo respiro.

"Immagino che ad alcuni di voi tutto questo non dirà nulla..." guardò soprattutto Nur e Dudo, "...ma vi prego comunque di ascoltarmi senza pregiudizio."

"Non mi metterò a fare tanti giri di parole, non ne sono capace e non mi piace. Il male sta crescendo a est. Un male oscuro. Un ombra tetra. Le nostre sentinelle parlano di un crescere del numero di creature che con il crescere dell'ombra prendono coraggio e si fanno più spavalde. Il mio popolo ha un compito molto chiaro: difendere l'antico reame di Arnor, i confini della Contea e della terra di Brea. Voi quattro siete stati sognati. Proprio voi quattro. Mi siete apparsi in sogno diverso tempo fa, ad Imladris, dove vivo... dove sono ospite. Vi ho sognati uno per uno. Ho udito sussurri che raccontavano di voi e dei vostri nomi. Eravate su delle mura in rovina, forse una fortezza dell'antico reame, eravate in piedi su di un bastione e vi ergevate su di esso come ultima difesa. Di fronte a voi una marea nera di nemici. Sopra il bastione, logoro e sporco, garriva al vento uno stendardo. Sullo stendardo l'effige dell'albero bianco di Gondor, delle stelle disposte a semicerchio ed una corona."

Fece una breve pausa per guardare tutti loro negli occhi, per capire se aveva ancora la loro attenzione.

"Ho parlato di questo sogno con sire Elrond, signore di Gran Burrone, di cui forse avrete sentito parlare. Lui stesso mi ha confermato che il sogno parlava di qualcosa che doveva ancora avvenire. Mi ha invitato a trovarvi e radunarvi. Mi ha parlato di una speranza che doveva essere preservata."

"So che avrete molte domande e so quanto tutto questo possa risultare, per alcuni di voi, disarmante ed inaspettato. Sappiate che io non ho per voi risposte ai vostri dubbi. Ho solo domande. Dunque eccovi qua, amici miei. Siete voi disposti a seguire un sogno? Siete voi disposti a seguire una donna? Siete voi disposti a diventare la Compagnia della Speranza? Siete voi disposti a diventare un baluardo contro il Nemico?"


NON GDR

Con questo ultimo post, termina la parte dell'Introduzione. 

Svelata colei che avrà il ruolo di Patrono della Compagnia, andiamo a vedere quali sono i bonus che garantisce al gruppo (pagina 52 e pagina 218 del manuale base):
  • Punti Compagnia: +1
  • Vantaggio addizionale: gli eventi di viaggio nell’antico reame di Arnor vanno risolti come se ci si trovasse in una Terra di Confine. Scegliere l’attività Incontrare un Patrono fa ottenere una diceria.
Altro punto da dirimere è la scelta del Rifugio Sicuro: direi che la locanda del Cavallino Rampante può fare al caso nostro.

Ora occorre calcolare il Valore della Compagnia che è pari al numero degli eroi più eventuali bonus derivanti dalla figura del Patrono: 4 + 1 = 5.

Relativamente alla scelta dei Focus la rimando un poco più avanti... prima vorrei scrivere / leggere qualche post dei personaggi per motivare questi Focus.

Ed ora, iniziamo ufficialmente la campagna a cui dovremo dare un nome: il nome sarà dato dalla parola "Libro" seguita dal "numero", dalla parola "Capitolo" seguita dal "numero" e da un "Titolo del capitolo". La data di gioco ed il referente del post completeranno il titolo di ogni intervento.

Dovendo dare un titolo al prossimo post, il primo della campagna, avrò bisogno di definire la missione da affidare ai giocatori e per farlo, come per molte altre scelte che dovrò fare interpretando il ruolo del Maestro del sapere, utilizzerò il supporto per il gioco in solitaria o in modalità condivisa che ho acquistato su DriveThruRPG: One Ring Strider Mode.

Utilizzando la tabellina a pagina 7 e lanciando 1D6 -> 6 -> Ecco indicata la missione che Gilraen, nel prossimo post del Maestro del Sapere, il primo della campagna, affiderà ai giocatori:

We’ve received no word from a remote Ranger refuge. What fate has befallen our allies?
Non abbiamo più ricevuto notizie da un remoto rifugio di Ranger. A quale destino sono andati incontro?
Il titolo del primo capitolo di questo nuovo progetto sarà: la Speranza e l'Ombra

Mi rimangono solo più due cose da fare:
  • aggiornare le schede dei personaggi: le potete trovare nelle rispettive pagine all'inizio del blog
  • aggiornare la posizione dei personaggi sulla mappa. Quando i personaggi saranno tutti insieme userò un'unica icona, altrimenti le cose diventeranno illeggibili.
Di seguito l'icona della Compagnia della Speranza e la mappa.




Ed ora non mi resta che salutarvi per darvi appuntamento...
...al prossimo incontro!
LoShAmAnO


Commenti

Post popolari in questo blog

LIBRO 1 - CAPITOLO 1 - LA SPERANZA E L'OMBRA - 28/05/2965 - MAESTRO DEL SAPERE

LIBRO 1 - CAPITOLO 1 - LA SPERANZA E L'OMBRA - 28/05/2965 - MAESTRO DEL SAPERE